All’Università La Sapienza la quarta tappa di RiGenerazioni con un focus sulla leadership e sulle caratteristiche del leader ideale che, secondo gli studenti, deve ascoltare, ispirare ed essere d’esempio per la sua squadra
Saper ascoltare, essere d’esempio, creare fiducia ma anche coinvolgere il proprio team, portandolo a vincere le sfide del mercato. Sono queste alcune delle caratteristiche del leader ideale tratteggiate durante il quarto appuntamento di RiGenerazioni, il roadshow universitario di EY, che lo scorso 4 marzo è giunto a Roma. In questa tappa, Massimo Antonelli, CEO di EY Italia e COO della region Europe west, affiancato da Riccardo Haupt e Clara Morelli di Will, con il supporto di un paper a cura di EY e de Linkiesta, ha dialogato con le studentesse e gli studenti dell’Università La Sapienza per approfondire il concetto di leadership e per capire quali sono i modelli che ispirano la Gen Z.
L’exceptional EY experience e la leadership trasformativa
Dopo i saluti istituzionali del Prorettore Fabio Lucidi, del Preside della facoltà di Economia Giovanni di Bartolomeo e del professore delegato Alberto Pastore, Massimo Antonelli ha raccontato l’impegno di EY per aiutare le aziende a trasformarsi, in una fase storica segnata dal cambiamento continuo. «La trasformazione, ha spiegato, serve per orientarsi in un contesto mutevole ma anche per innovare e diventare leader di mercato». Un approccio applicato anche in EY come emerge dai numeri. Negli ultimi anni l’azienda è infatti cresciuta del 50% e ha ampliato il proprio organico grazie all’assunzione di oltre 3000 persone, per la stragrande maggioranza giovani. Un successo a cui ha contribuito anche un cambio di paradigma nell’ambito della people strategy che ha visto da un lato, una crescente sostenibilità nel modo di lavorare che ha favorito una maggior produttività; dall’altro, il rafforzamento dell’EY exceptional experience. Del resto, ha proseguito Antonelli, «un ambiente sereno, dove le persone sono libere di confrontarsi, facilita il lavoro in team e porta anche risultati migliori». Inoltre, «abbiamo lavorato sui temi della leadership, focalizzandoci sulla leadership trasformativa, un modello che valorizza le persone, a partire dalle loro peculiarità, dall’ascolto e dalla condivisione di una visione, in un’ottica di unione e partecipazione. Un modello che, certo, punta all’eccellenza dei risultati, ma che passa dal coinvolgimento, dalla soddisfazione e dall’inclusione».
Leadership significa ascolto e fiducia
«Cosa significa per voi leadership e che caratteristiche deve avere un leader?» Con questa domanda si è aperta la prima fase del confronto. Secondo Lucrezia «un leader deve saper ascoltare gli altri, creando fiducia per capire le esigenze del team», portando un miglioramento. In effetti, solo in un clima piacevole è possibile lavorare bene, in modo efficace ed efficiente e raggiungere gli obiettivi. E l’ascolto, in questo contesto, serve per conoscere i punti di forza e miglioramento delle persone, così che si possa lavorare al meglio. Per Emiliano, invece, il leader è colui che sa prendere decisioni anche se non sempre condivise dalla totalità dei collaboratori. L’ascolto, in questo senso, serve per analizzare tutti i punti di vista in modo da gestirli più efficacemente. Una visione su cui concorda anche Andrea, per il quale l’ascolto preventivo serve per capire come gestire le conseguenze di una decisione che non vede tutti d’accordo. Quello delle decisioni complesse è un tema che colpisce Antonelli che racconta come al centro delle sue scelte, anche le più complesse, ci siano, da un lato, il bene superiore dell’azienda, dall’altro l’attenzione per le persone. Due stelle polari che hanno orientato la sua carriera.