1 feb 2024
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Ridisegnare il futuro al fianco della Gen Z: un dialogo su università, competenze e lavoro al Politecnico di Bari

Da EY Italy

Multidisciplinary professional services organization

1 feb 2024

Al via RiGenerazioni, il roadshow universitario di EY: prima tappa a Bari per un confronto sulle nuove competenze nel mondo del lavoro e sulle proposte per avvicinare università e aziende

Ridisegnare, riscrivere e rigenerare il futuro del mondo del lavoro al fianco della Gen Z, la generazione che deve essere protagonista di questa trasformazione. Il primo appuntamento di RiGenerazioni, il roadshow universitario di EY, si è tenuto a Bari lo scorso 29 gennaio e ha visto un fruttuoso dialogo tra Massimo Antonelli, CEO di EY e COO della region Europe West, e le studentesse e gli studenti del Politecnico. Al centro del confronto, stimolato da un paper interattivo de Linkiesta e dalla moderazione di Will, il mondo del lavoro, le competenze e le soft skill, ma anche il rapporto tra aziende, università e istituzioni per una formazione che renda più agile l’ingresso dei giovani nella vita professionale.
 

Sì, il mondo del lavoro è importante anche per la Gen Z, ma non è tutto

Dopo l’introduzione di Massimo Antonelli che ha spaziato dal ruolo di EY come abilitatore della trasformazione, alla centralità delle competenze trasversali, fino al potenziale dell’intelligenza artificiale, la discussione si è focalizzata sul rapporto tra gli studenti e il lavoro. Per una studentessa di ingegneria gestionale «il lavoro è importante perché può ripagare gli sforzi formativi ma non è tutto. È bello riuscire a mettere in pratica ciò che si è imparato e realizzarsi ma non bisogna eccedere perché – aggiunge uno studente – potrebbe far male». Il lavoro, insomma, «è importante ma non è un universo totalizzante». Il workaholism, cioè la dipendenza dal lavoro, viene denunciato da un altro studente che ritiene che si debba aspirare a una buona posizione ma «senza rovinarsi la vita». Una visione condivisa dalla maggioranza della platea e anche da Antonelli che, stimolato dagli autori di Will Marco Paretti e Riccardo Bassetto –, conferma la prospettiva degli studenti. I colleghi più giovani di EY, in effetti, rivolgono l’attenzione ad altri temi e hanno anche altre priorità. Per questo, ha spiegato Antonelli, vogliamo costruire un ambiente in cui si lavora bene e che deve essere vissuto in modo positivo, secondo la prospettiva del work-life balance


Aspettative e preparazione: l’esperienza degli studenti e la figura mitologica del giovane con esperienza

«Vi sentite pronti per entrare nel mondo del lavoro?» chiede Massimo Antonelli. La risposta della stragrande maggioranza degli studenti è negativa. Per varie ragioni: alcuni ritengono che nella fase di apprendimento sia difficile conciliare le competenze verticali con le soft skill; altri che non vengano acquisite le competenze tecniche da applicare nel concreto. Il sistema formativo, in altre parole, risulta troppo incentrato sulla teoria e poco sulla pratica. Cosa che impedisce la nascita della mitologica figura del giovane con esperienza, spesso menzionato nelle job description. Per trovare una soluzione a questo disallineamento, vengono avanzate diverse proposte: da un lato, un dialogo più stretto tra università e aziende (anche tramite internship), così da mettere in pratica le competenze teoriche; dall’altro, la costruzione delle soft skill tramite lavori di gruppo e di team che possano facilitare l’empatia, l’ascolto e il confronto. Competenze trasversali e personali ritenute fondamentali anche da Antonelli, che evidenzia la dinamica feedback-formazione-crescita, vissuta all’interno dei team di EY, dove si mettono a fattor comune esperienze e competenze in un percorso di formazione continua garantito dalla consulenza.


Mentorship e job shadowing: le vie per far incontrare università e lavoro

Per accorciare le distanze, un gruppo di studentesse suggerisce percorsi di mentorship in grado di avvicinare i giovani alla professione desiderata. Un confronto concreto e diretto con i professionisti del settore di riferimento, del resto, rende più visibile l’intimo legame tra formazione e lavoro. Tra presente e futuro. Come confermato da una studentessa di giurisprudenza che, grazie al progetto EY campus ambassador, ha cambiato visione sull’università. «Da mero processo per dare esami – racconta – a percorso di vita che fa crescere umanamente e che permette di approfondire tematiche fondamentali per il proprio sviluppo professionale, anche grazie al dialogo con colleghi e professori». Una dinamica esperienziale che peraltro garantisce anche la costruzione di prospettive diverse e una preziosa rete di contatti
Una visione arricchita anche da un gruppo di studenti di ingegneria che sta svolgendo un percorso di alta formazione con EY, fondato su un mix tra lavoro e università, in una prospettiva di job shadowing che fa conoscere concretamente il mondo professionale, in un’ottica di crescente responsabilizzazione. E che aiuta anche a cogliere la propria impreparazione e a mettere in campo tutte quelle soluzioni utili a colmare questo gap. Un apprendimento che passa quindi anche dalle difficoltà e dai fallimenti, utili per crescere.

Una visione arricchita anche da un gruppo di studenti di ingegneria che sta svolgendo un percorso di alta formazione con EY, fondato su un mix tra lavoro e università, in una prospettiva di job shadowing che fa conoscere concretamente il mondo professionale, in un’ottica di crescente responsabilizzazione. E che aiuta anche a cogliere la propria impreparazione e a mettere in campo tutte quelle soluzioni utili a colmare questo gap. Un apprendimento che passa quindi anche dalle difficoltà e dai fallimenti, utili per crescere

La corsa ai CFU e la valorizzazione dell’esperienza dell’università come incubatrice di idee

La concezione dell’università come esamificio viene bocciata sia da Antonelli sia dagli studenti. Per Antonelli l’università è un’esperienza che non si limita agli esami ma che si apre alla costruzione di legami, di skill, non solo tecniche, e di riflessioni decisive per affrontare con consapevolezza il futuro. Una studentessa chiede come si possano conciliare il superamento degli esami con l’acquisizione delle soft skill, considerato che il tempo è limitato. Una domanda complessa, la cui risposta risiede in un compromesso che contempla la possibilità di esperienze eterogenee nell’ambito universitario in senso largo: laboratori, lavori di team e anche corsi postlaurea. Elementi che, spiega l’amministratore delegato di EY Italia, «elevano i candidati durante i colloqui grazie a una visione trasversale che coglie più efficacemente la complessità del mondo».
L’università – come racconta uno studente – «non coincide solo con le lezioni e con il tempo trascorso in aula. È invece un luogo di incontro, un’incubatrice di idee, una sorgente di influenze e input. E proprio stando in questo ambiente ho capito che desidero aprire un’attività per lavorare con i colleghi e le colleghe che ho conosciuto qui». 
Anche per Antonelli l’università è un luogo di networking da cui è possibile attingere per arricchirsi non solo da un punto di vista professionale e accademico ma anche personale. È un’opportunità e un’esperienza di crescita.
 

L'università non coincide solo con le lezioni e con il tempo trascorso in aula. È invece un luogo di incontro, un’incubatrice di idee, una sorgente di influenze e input. E proprio stando in questo ambiente ho capito che desidero aprire un’attività per lavorare con i colleghi e le colleghe che ho conosciuto qui

Mettersi in gioco per ridisegnare il futuro

«La mia generazione vuole ottenere tutto subito. Questa voglia di farcela come si può tradurre nel pratico? Siamo in troppi a volere tanto?» chiede una studentessa. Per Antonelli no, la Gen Z non chiede troppo, anche perché a volte EY fatica a trovare ragazze e ragazzi per le posizioni aperte; e anzi è auspicabile la voglia di fare e mettersi in gioco perché, per chi si impegna, c’è ampio spazio.Del resto, «per ridisegnare il domani occorre scendere in campo per giocare la partita del futuro», proprio come hanno fatto le ragazze e i ragazzi che hanno dialogato e interrogato il CEO di EY Italia. Che conclude, ringraziando la platea per i tanti spunti e con l’impegno per «aumentare l’interazione tra l’universo professionale e quello formativo, per costruire un better working world».


A Venezia si parlerà di sostenibilità

RiGenerazioni il 21 febbraio farà tappa all’Università Ca’ Foscari di Venezia per un confronto sulle tante sfaccettature della sostenibilità che, no, non coincide solo con la questione ambientale ma che coinvolge numerosi aspetti di natura sociale ed economica. Ne parleremo con Massimo Antonelli e con Mattia Battagion e Giulia Bassetto di Will, supportati da un nuovo paper de Linkiesta

A proposito di questo articolo

Da EY Italy

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Al via RiGenerazioni, il roadshow universitario di EY: prima tappa a Bari per un confronto sulle nuove competenze nel mondo del lavoro e sulle proposte per avvicinare università e aziende