Talent attraction e retention: una visione multidimensionale per valorizzare, attrarre e trattenere i talenti
(Sara Anselmi, Microsoft)
«Sapete quanti mesi ha impiegato ChatGPT a raggiungere i 100 milioni di utenti attivi? 2 mesi. Da quel momento siamo entrati nell’era della GenAI». Con questo spunto Sara Anselmi, Global Partner Solutions Italy Lead di Microsoft ha dato avvio al panel dedicato alla talent attraction e retitention. L'intelligenza artificiale, ha spiegato, sta avendo un impatto rivoluzionario sulla società, influenzando il modo in cui viviamo e apprendiamo. Ci troviamo di fronte a un cambiamento tecnologico significativo come emerso da alcuni studi di Microsoft che hanno analizzato il futuro del lavoro e il rapporto tra i giovani e l’Intelligenza artificiale. Dal punto di vista lavorativo, c'è una crescente aspettativa che le aziende forniscano strumenti basati sull'AI, e chi li utilizza dichiara di aver già sperimentato benefici tangibili a livello di tempo, produttività e soddisfazione per il lavoro. Sorprendentemente, il 75% dei lavoratori introduce di propria iniziativa strumenti di AI nelle aziende, un fenomeno che ricorda il "Bring Your Own Device" e che ora si potrebbe definire "Bring Your AI". Questo trend è trasversale a tutte le generazioni e si manifesta sia nelle piccole che nelle medie imprese. Inoltre, ha proseguito Anselmi, i leader aziendali sono attenti alle competenze riguardanti l’intelligenza artificiale: il 75% preferisce non assumere chi ha scarse conoscenze in questo ambito, ma è disposto ad assumere persone con minori competenze specifiche se forti in AI. Questo orientamento potrebbe accelerare la carriera dei giovani, che possono vantare competenze più ampie e trasversali. La conoscenza dell'AI è diventata dunque una skill fondamentale, con il 76% delle persone che ha ottenuto promozioni grazie a questa competenza. Se da un lato emergono esigenze tecniche, dall'altro si riscoprono le capacità umane come il problem solving e le soft skills, che diventano sempre più preziose. Non da ultimo, ha evidenziato Anselmi, l’AI migliorerà il work-life balance ritenuto sempre più importante per le giovani generazioni. Ci troviamo all’inizio di una nuova era, ha chiosato Anselmi, sottolineando che l’AI richiede una guida attenta, perché se è vero che molte competenze verranno automatizzate, molte caratteristiche umane verranno esaltate. In questo cambio di paradigma, l’AI rappresenta quindi un valore aggiunto, decisivo per trattenere e attrarre i talenti.
(Il Panel dedicato alla talent attraction con Chiara Ferretti, Davide Malaguti, Mauro Pellicari e Francesco Rubino)
Concluso l’intervento di Sara Anselmi, Francesca Gambarini ha moderato il panel che ha visto il dialogo tra Chiara Ferretti, partner EY, Mauro Pellicari, CEO, Fiori Group, Francesco Rubino, CEO, Cordusio Fiduciaria – Head of Family Governance, UniCredit Wealth Management Davide Malaguti, Presidente Golden Group in cui si confrontano prospettive diverse. Ferretti, partendo dallo studio EY-Manpower Group-Sanoma sul mercato del lavoro e IA ha messo in luce la trasformazione del mondo del lavoro e le modalità con cui le aziende possono far fronte a tali cambiamenti. L’impatto dell'AI, ha spiegato Ferretti, si tradurrà in una diminuzione della domanda per tipologie di lavori a carattere più amministrativo e, viceversa, in un aumento della domanda per i ruoli con skillset che richiedono maggiore complessità e/o verticalità, quali ad esempio i ruoli in ambito tecnologico o nuovi ruoli emergenti in ambito sociale
Inoltre, ha concluso Ferretti, le aziende dovranno affrontare lo shortage di competenze ma anche la necessità di dialogare con la Gen Z che richiede modelli di lavoro e retribuzioni basati sulle competenze e non solo sulla performance. Senza dimenticare la crescente attenzione verso un mondo del lavoro più sostenibile, in una dimensione di work-life balance.
Francesco Rubino (UniCredit) nel suo intervento ha messo in luce l’importanza della managerializzazione nelle aziende familiari, con un aumento di manager professionisti nei CDA che aiuta a migliorare la performance aziendale. Inoltre, ha spiegato come la legge per l’attrazione dei talenti e dei rimpatriati sia decisiva per l’ingresso in azienda di competenze altamente specializzate. Per stabilizzare i talenti e trattenerli, ha chiosato, è importante trovare soluzioni incentivanti basati, ad esempio, sulla partecipazione azionaria che aiuta ad aumentare l’engagement e il senso di appartenenza delle persone. Una soluzione adottata da Unicredit.
Per noi attirare talenti è una sfida quotidiana perché il nostro centro produttivo si trova in una zona periferica rispetto a centri quali Bologna, Modena e Ferrara ha spiegato Mauro Pellicari, CEO, Fiori Group. L’azienda, che progetta, sviluppa e produce veicoli fuoristrada per la produzione del calcestruzzo e dumper per l’industria edilizia, non a caso, si è impegnata per costruire collaborazioni con scuole e università e ha puntato su driver come innovazione, affidabilità e sostenibilità come leva valoriale. Fiori, ha spiegato Pellicari, ha anche aperto una sede a Modena per competere con la grande imprenditoria emiliana che ha i propri headquarters nelle città principali. Oltre ai colletti bianchi a cui offriamo formazione trasversale e progetti ad alta innovazione, lavoriamo per attrarre anche i blue collars: per farlo sono strategici il networking e il passaparola delle maestranze.
The life lasting company: il nostro payoff, ha esordito Davide Malaguti, CEO di Golden Group, è un invito a far rimanere le persone. L’azienda, specializzata nel far ottenere contributi a fondo perduto alle imprese tramite progetti di finanziamento presentati dagli enti quali Unione Europea, Ministeri, Regioni, Province e Camera di Commercio, è da sempre concentrata sul benessere dei propri dipendenti. Abbiamo creato, ha spiegato Malaguti, delle academy non solo per i nostri dipendenti ma anche le loro famigli finalizzate a migliorare il benessere delle persone in un’ottica di microcosmo. Inoltre, abbiamo istituito delle premialità per le dipendenti con figli. Inoltre, ha concluso Malaguti, abbiamo istituito programmi di formazione da 24 mesi per far eccellere i nostri dipendenti.
Shift del valore, dal prodotto ai servizi: il cambio di paradigma della servitization
(Riccardo Bovetti ha introdotto il panel sulla servitization)
Quando parliamo di servitization non parliamo di qualcosa di nuovo, parliamo di qualcosa che può essere interpretato in modo innovativo, ha esordito Riccardo Bovetti, partner EY che ha introdotto il panel. Il concetto di servitizzazione rappresenta la transizione da un modello di business incentrato sulla vendita di prodotti a uno arricchito da servizi correlati, che possono essere tangibili o intangibili. Questo cambiamento è stato abilitato anche dall'importanza crescente dei dati, che sono fondamentali per attuare questo nuovo paradigma. Passare da un'offerta basata sul prodotto a una sul servizio modifica non solo la catena del valore, ma anche il valore percepito dagli utenti, che possono accedere a servizi su misura, legati anche al co-design fondato sul rapporto tra azienda e clienti.
La servitizzazione, ha spiegato Bovetti, implica un rapporto di lungo periodo con il cliente, diversamente dalla vendita singola di un bene. In questo processo si instaura una nuova relazione in cui servizi e attività complementari al prodotto, come la manutenzione, diventano parte integrante dell'offerta. Questo, ha proseguito Bovetti richiede un cambiamento organizzativo profondo, con la necessità di sviluppare nuove competenze, rivedere le linee di business e adottare modelli innovativi per trasferire valore al mercato.
I dati, ha chiosato Bovetti, giocano un ruolo chiave come abilitatori, permettendo la creazione di servizi che si basano sulla loro analisi. Questo apre la strada a concetti come la platform economy, che offre modalità di accesso a servizi in maniera scalabile e potenzialmente illimitata. La servitizzazione è quindi un tema centrale per le aziende che cercano di evolversi e di offrire un valore aggiunto significativo nel mercato.
(Il panel dedicato alla servitization con Paolo Maggioli, Cecilia La Manna e Federica Guidi)
Conclusa l’introduzione di Bovetti, la moderatrice ha aperto la discussione chiedendo a Federica Guidi – Presidente di Ducati Energia - come l’azienda si è trasformata nel corso degli anni. Ducati energia – azienda opera in diversi settori di attività tra cui quello dei condensatori, dei generatori eolici, degli alternatori ma anche dei sistemi legati ai veicoli endotermici ed elettriche e le reti del telecontrollo e del trasporto pubblico - in 20 anni si è completamente trasformata, ha spiegato Federica Guidi. E il driver di trasformazione principale è stato il mercato che ha spinto Ducati ad aumentare il livello produttivo. Da un lato focalizzando nella nostra sede centrale la ricerca in ambito tecnologico e IOT; dall’altro, aprendo siti produttivi all’estero, sempre più rilevanti per i mercati locali. Questa scelta ci ha permesso di essere competitivi nel mondo e di fatturare il doppio. Abbiamo costruito prodotti che prima non c’erano, costruendo competenze tecnologiche e tecniche di altissimo livello. Nei prossimi 10 puntiamo ad acquisire ulteriori competenze nell’ambito dell’innovazione, sfruttando al meglio le potenziali dell’universo IOT. In questo processo, ha concluso Guidi le acquisizioni avranno un ruolo cruciale.
Per noi la servitizzazione è iniziata 10 anni fa e si è sviluppata per via della concorrenza e della necessità di stabilizzare i risultati, ha spiegato Cecilia La Manna, CEO di Italtractor, azienda leader mondiale della progettazione, produzione e distribuzione di componenti del sottocarro e soluzioni per i sottocarri completi. E così ci siamo specializzati sui prodotti legati alla miniera, una nicchia evoluta e ad altissima tecnologia. Seguendo questa direzione, ha proseguito La Manna, abbiamo sviluppato un software che, fondandosi sui dati raccolti dai nostri prodotti, rilevava la vita restante dei pezzi. Questa soluzione, che è andata migliorando nel corso del tempo, ci ha permesso di efficientare l’uso delle macchine, vendendo ore di lavoro ad alta qualità. Quindi dati di alta qualità per un servizio ad altissima tecnologia. Per affrontare queste trasformazioni, abbiamo costruito una divisione autonoma per la servitizzazione, così da alimentare l’innovazione senza che venisse limitata dal tradizionale modello di business dell’azienda. Le competenze, ha concluso La Manna, sono sempre più decisive per sviluppare un approccio simile, così legato alla raccolta e all’utilizzo dei dati.
La servitizzazione per Maggioli è stata un’operazione di trasformazione decisiva. Se fossimo rimasti a fare i banchi di scuola avremmo rischiato di chiudere la nostra attività ha esordito Paolo Maggioli, CEO di Gruppo Maggioli. Siamo stati in grado di venire incontro alle esigenze dei nostri clienti, rispondendo alla domanda di servizi legata alla PA e al miglioramento del rapporto tra essa e i cittadini. Noi, ha proseguito, non forniamo solo un software utile a gestire un grande numero di dati, ma diamo anche un servizio per abilitare al meglio il software che gestisce dati molto delicati. Per noi, dunque, il dato è cruciale: i dati vengono raccolti destrutturati e devono essere analizzati e valorizzati in massa. In questi processi l’AI ha un enorme impatto. Non è da escludere che in futuro diventeremo un’azienda che gestisce dati. Ad oggi, grazie al nostro cambio di modello di business, ha concluso, abbiamo avviato un processo di internalizzazione che ci ha portato in Grecia e in Spagna.
Sonia Bonfiglioli e il percorso verso la società 5.0: Sostenibilità e Centralità delle persone
(L'intervista di Francesca Gambarini a Sonia Bonfiglioli)
Terminato il secondo panel, Francesca Gambarini ha dialogato con Sonia Bonfiglioli Presidente del Gruppo Bonfiglioli e prima donna vincitrice dell’Imprenditore dell’anno (2018) sulle prospettive dell’azienda e sulla sua visione della sostenibilità e dell’innovazione. Bonfiglioli Group ha circa 4.700 dipendenti in una ventina di sedi a livello globale, e si occupa di una vasta gamma di prodotti, tra cui motoriduttori, dispositivi di azionamento, riduttori epicicloidali e inverter, decisivi per diversi settori legati all'automazione industriale, dei macchinari mobili e dell'energia eolica, ha spiegato Bonfiglioli. I nostri driver sono la tecnologia e la sostenibilità, considerato che il pianeta ha finito le proprie risorse ambientali. In questo senso, ci impegniamo ogni giorno per una trasformazione digitale accompagnata dai criteri ESG per dirigerci verso l’industria 5.0 ma anche verso la società 5.0, un’evoluzione che deve mettere al centro la persona, affinché governi le varie innovazione. Un tema, ha spiegato, che mi sta particolarmente a cuore visto che il nostro territorio è a vocazione manifatturiera e deve costruire un patto sociale per vincere le trasformazioni che stiamo vivendo. Trasformazioni che hanno interessato Gambarini che ha chiesto come Bonfiglioli stia lavorando per far fronte a due enormi sfide: quella geopolitica e quella legata al settore people. Con le dinamiche geopolitiche che stiamo vivendo sono cambiate molte cose, ha spiegato Bonfiglioli. Le tensioni geoeconomiche hanno messo a rischio le supply chain più lunghe, ridisegnano le catene di fornitura in un’ottica di dersiking ma anche di nearshoring e freindshoring Questo ci ha portato a ripensare le nostre catene del valore.
Non da ultimo, ci siamo impegnati per rendere sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale tutta la filiera, in linea con le nuove norme relative alle emissioni scope 3. Lato people, ha concluso, ci stiamo impegnando per trovare nuovi talenti, in un mercato del lavoro sempre più complesso, in cui è necessario continuare a formarsi per stare al passo con la trasformazione tecnologica. Noi, ha concluso, possiamo guidare queste profonde trasformazioni aiutando le PMI in questa trasformazione, grazie a un grande patto di territorio che coinvolga le aziende manifatturiere, anche perché molte sono un patrimonio di altissimo valore.
La premiazione delle eccellenze del territorio: Aetna group, Gruppo Davines e Comer Industries
Conclusa l’intervista alla Presidente Bonfiglioli, Enrico Lenzi, Gianluca Focaccia e Riccardo Bovetti hanno premiato tre delle aziende che si sono distinte come eccellenze imprenditoriali dell’Emilia-Romagna.
Gianluca Focaccia ha premiato Valentina Aureli di Aetna group, per l'impegno e la strategia visionaria nel posizionare il suo gruppo come leader internazionale, guidando l'azienda attraverso una crescita continua, con un focus sull’innovazione, all'interno di un quadro di sostenibilità aziendale”.
(Gianluca Focaccia premia Valentina Aureli - Aetna group)
Riccardo Bovetti ha consegnato il premio a Davide Bollati presidente di Gruppo Davines, per l’intuizione di aver costruito una realtà solida a livello nazionale ed internazionale su un segmento altamente competitivo, grazie alla capacità di eccellere nella qualità del prodotto e nella creazione di un modello di business sostenibile.
(Riccardo Bovetti premia Davide Bollati - Gruppo Davines)
Lenzi ha premiato Comer Industries, per la capacità di trasformare visioni innovative in un’impresa di successo e in forte crescita, confermando la solidità del proprio business e la lungimiranza degli investimenti effettuati”. Il premio è stato ritirato dal CFO dell’azienda, Stefano Palmieri, per conto del CEO e Presidente Matteo Storchi.
(Enrico Lenzi premia Stefano Palmieri - CFO Comer Industries)
On the road fa a tappa a Monza e Napoli
Dopo la tappa di Bologna, ‘’On the Road: l’imprenditoria italiana e il valore degli ecosistemi territoriali’’ farà tappa a Monza, il 10 settembre, con ‘’ Quali fattori chiave di successo per vincere le sfide di un nuovo contesto economico?» e a Napoli con l’evento «Come il Mezzogiorno può diventare chiave per i nuovi equilibri e sviluppi del Mediterraneo?».