Tornando al quadro nazionale, nel secondo trimestre del 2024, l'economia italiana ha registrato una crescita congiunturale dello 0,2%. Questa crescita è accompagnata da un aumento analogo dei consumi delle famiglie (0,2%) e degli investimenti (0,3), mentre si osserva una riduzione delle esportazioni (1,5%) e delle importazioni (0,6%). I consumi privati hanno sperimentato una crescita limitata, ma rimane in ogni caso in territorio positivo. Il rallentamento è dovuto principalmente a tassi di interesse ancora elevati, nonostante le recenti mosse della BCE, e ad una riduzione dell’ ”extra-risparmio” generato durante il periodo della pandemia. Per quanto riguarda l’inflazione, le stime di EY prevedono una riduzione dal 5,6% nel 2023 all’1,3% nel 2024, per poi riaccelerare all’1,9% nel 2025 anche in relazione al miglioramento dell’attività economica. In riferimento al mercato del lavoro, negli anni 2024 e 2025 esaminati, si conferma un tasso di disoccupazione intorno al 7%.
In un contesto dunque caratterizzato da elevati tassi di interesse che ancora costituiscono un freno ai consumi e agli investimenti privati, le previsioni di EY evidenziano quanto l’impiego dei fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) risulti determinante per la crescita del Paese:
- Con un’implementazione del Piano al 70% della stima delle risorse programmate per il 2024 e 90% al 2025, il PIL registrerebbe una crescita dello 0,4% nel 2024 e una crescita dell’1,2% nel 2025. Questo si tradurrebbe in una crescita cumulata al 2025 minore di 0,7 punti percentuali rispetto allo scenario base;
- Con un’implementazione del piano al 50% per il 2024 e 70% per il 2025, l’economia italiana sperimenterebbe sostanzialmente una stagnazione (0,1%) nel 2024 ed una crescita dello 0,9% nel 2025. Di conseguenza, la crescita cumulata al 2025 sarebbe minore di 1,8 punti percentuali rispetto alla baseline.
L’elemento cruciale è che tali risorse vengano spese in maniera produttiva anche per stimolare anche la crescita di medio-lungo periodo.