Il numero di aziende che ha previsto al proprio interno una funzione Corporate Social Responsibility (CSR) e/o di sostenibilità è in forte crescita, attestandosi quasi al 60% del campione, dato in aumento rispetto all’anno scorso di quasi 30 punti percentuali. Un ulteriore 10% ne prevede invece la creazione.
Sotto la spinta dei recenti fenomeni naturali scaturiti in conseguenza al cambiamento climatico, il 65% delle aziende indica di aver definito degli obiettivi relativi al cambiamento climatico. Si tratta di un dato in grande crescita, registrando un aumento del 38% rispetto al 2022 e del 67% rispetto al 2021. Tra coloro che hanno definito tali impegni, il 26% li ha inseriti nel proprio piano strategico. La maggior parte delle azioni di rilievo avviate sul tema del cambiamento climatico sono legate alla riduzione delle emissioni e alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
In questo contesto, oltre la metà del campione, il 66%, ha deciso di apportare modifiche alla propria catena di approvvigionamento nel rispetto di alcuni indicatori di sostenibilità, ad esempio collegati a una maggior responsabilità nella scelta dei fornitori e per via delle richieste da parte dei clienti e dei consumatori sempre più orientate al rispetto dei criteri green.
Più nello specifico, con riferimento all’economa circolare, negli ultimi due anni oltre l’80% delle aziende ha avviato un processo di analisi dei propri processi operativi, trend in aumento di 10 punti percentuali rispetto all’indagine precedente, mentre il 38% si è concentrato sul minimizzare l’impatto dei processi e/o prodotti a valle della filiera. Tra i settori che maggiormente si sono distinti in questo ambito si trovano quello del Food & Beverages, Industrial e del Textile & Apparel.
Più in generale, le nuove normative europee in materia di rendicontazione non finanziaria portano ad interrogarsi su come le aziende si stiano attrezzando per fotografare le proprie performance e rispondere ai futuri requisiti di legge. La survey condotta da EY ha evidenziato come il 52% delle aziende pubblichi già un report di sostenibilità, nonostante solo il 47% rientra negli obblighi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la direttiva che impone l’obbligo di rendicontazione.
Infine, si consolida la potenziale relazione tra gli investimenti reali sulla sostenibilità sul breve periodo e l’eventuale crescita sul lungo: esaminando la relazione tra il posizionamento in termini di sostenibilità con alcune variabili economiche e finanziarie, quali l’andamento (su 3 anni) del tasso di indebitamento e del rapporto EBTDA/Ricavi, si rileva una certa correlazione fra l’andamento dell’indebitamento e il miglioramento della performance di sostenibilità. Per le aziende del campione di medie dimensioni, ovvero con un fatturato tra i 150-500 milioni, si osserva che a quelle con un rating di sostenibilità inferiore corrisponde un trend di indebitamento crescente.
Anche se tale correlazione varia in base a diversi elementi, ad esempio in base alla dimensione delle aziende prese in esame, partendo da queste osservazioni preliminari sarà possibile nel corso dei prossimi anni consolidarne un trend analizzando l’andamento sul medio-lungo periodo.