Sostenibilità e cambiamento climatico: possiamo fare grandi passi in avanti proprio grazie al digitale
Particolarmente interessanti sono i dati che emergono verso le tematiche più attuali di ambientalismo, cyberbullismo, cambiamento climatico e social. Sul fronte dell’ambientalismo, emerge una realtà in cui quanto più i giovani si spostano verso convinzioni profondamente ambientaliste, tanto più tendono ad avere atteggiamenti diffidenti nei confronti della tecnologia. Risultato di questo comportamento è che proprio chi più potrebbe avvantaggiarsi dello sviluppo tecnologico e digitale per la sostenibilità, ne fa meno uso. Tuttavia, l’ambiente è considerato un tema centrale nei giovani di tutti i Paesi analizzati: il 71% dei giovani italiani intervistati considera il cambiamento climatico uno dei principali problemi dei quali bisogna occuparsi immediatamente. Tale dato è pressoché in linea con quelli di Spagna (69%) e Francia (62%), ma diminuisce in Polonia (56%) e Germania (42%). Oltre al cambiamento climatico, anche l’inquinamento è considerato uno dei principali problemi da affrontare. Questo per il 67% degli italiani, il 63% degli spagnoli, il 58% dei francesi, il 54% dei polacchi e il 47% dei giovani tedeschi.
Dall’analisi emerge anche un altro segnale allarmante: i giovani italiani fanno più fatica ad avere accesso a informazioni sulla sostenibilità; il 27% dichiara, infatti, di conoscere poco o per nulla il concetto di sostenibilità rispetto al 32% di Germania o al 62% di Francia, tanto che, in Italia come in tutti gli altri 4 Paesi, oltre 7 intervistati su 10 si dichiarano pronti ad approfondire tale concetto.
E in tal senso, viene in soccorso il digitale: per l’85% dei rispondenti italiani, la tecnologia digitale è uno strumento utile per migliorare la società, ma anche utile per la sostenibilità economica (74%), con percentuali simili in Spagna ma leggermente inferiori negli altri Paesi. Inoltre, il 69% dei giovani italiani considera la tecnologia digitale uno strumento utile alla salvaguardia dell'ambiente
E proprio per la salvaguardia dell’ambiente, oggi i giovani hanno stravolto i loro modelli di consumo e la cultura sulla base dei loro valori, infatti, 6 intervistati su 10 concordano sull'importanza della sostenibilità ambientale nelle preferenze di acquisto in ognuno dei Paesi esaminati - eccezion fatta per i polacchi, che concordano in misura minore con l'affermazione (50%) – tuttavia non sono disposti a spendere di più. Dato simile sull’importanza della sostenibilità anche quando si viaggia, il 55% degli italiani quando viaggia preferisce scegliere una struttura green anche se costa di più.
Il digitale, tra rischi e opportunità: focus su social network e cyberbullismo
Oggi una società digitalizzata offre sicuramente maggiori vantaggi, dal DiSITM Young emerge che per il 57% degli italiani il digitale offre costante flusso di idee e aggiornamenti, oltre che un abbattimento dei costi di apprendimento (43%), demolizione delle gerarchie sociali tradizionali (36%) e connessione con attori internazionali (25%). Tuttavia, alla domanda “quanto pensi di sapere di digitale?” soltanto il 35% ha risposto molto, il 58% dei giovani ha risposto abbastanza e il 6% poco. Per quanto riguarda l’utilizzo quotidiano che se ne fa degli strumenti digitale, il 46% degli italiani lo usa per lavoro o per studio, il 54% per svago, il 25% non utilizza strumenti digitali. Da segnalare che la maggior parte dei rispondenti utilizza lo smartphone o il tablet oltre 4 ore al giorno (42% degli italiani, 47% tedeschi, 49% polacchi, 51% spagnoli, 61% francesi).
Dall’analisi si evidenzia che i giovani sono bel consapevoli delle opportunità del digitale, ma anche dei rischi: per il 52% degli italiani la tecnologia è un’opportunità sì ma con qualche rischio, mentre per il 5% degli italiani è ancora una minaccia, in linea con il punto di vista dei giovani degli altri Paesi esaminati. Il dato sale leggermente soltanto nel caso degli intervistati francesi (12%).
Per quanto riguarda i social network, la ricerca ha evidenziato come quasi un intervistato italiano su 5 (16%) pensa che i social non siano un ambiente sicuro per i giovani. Questa visione è condivisa però in misura maggiore - da circa un intervistato su tre - in Paesi come Germania (34%) e Francia (32%). Per i giovani italiani, tra le problematiche di una società iper-connessa troviamo in primis il cyberbullismo (60%) (eccezion fatta per la Spagna, dove i giovani spagnoli individuano infatti il problema principale nella perdita del tempo personale), al secondo posto l’uniformazione delle identità a degli standard ideali (39%), seguito dalla perdita del tempo personale (38%), infine l’annullamento della sfera privata (26%).
Oggi i social network (Facebook, Google, TikTok, SnapChat) hanno troppo potere sui giovani, influenzando i comportamenti delle persone (per il 72% dei giovani italiani, e con percentuali più alte in Francia (82%), Spagna (80%), Polonia (75%) e leggermente più bassa in Germania (69%). Ma non sono solo i social network i servizi digitali più utilizzati, infatti, alla domanda “quali fra questi ritieni siano i servizi digitali più validi per la crescita personale di un/una giovane?” il 47% degli italiani risponde che predilige i podcast, seguito da youtube (43%), realtà di formazione online (36%), social di creazione contenuti quali TikTok, Instagram e SnapChat (31%), Forum e realtà di dialogo (31%), slittano alle ultime posizioni Twitter e Facebook (rispettivamente al 14% e 12%).
Cosa chiedono i giovani oggi: un Paese più digitale e sostenibile anche grazie alla collaborazione tra istituzioni, aziende e cittadini
I giovani di oggi chiedono in primis a sé stessi di fare di più, ma anche ai cittadini e alla società. Infatti, nel DiSITM nonostante 1 giovane italiano su 3 (under 20) si dichiara costantemente connesso ai social, tuttavia, alla domanda “cosa pensi a riguardo?” il 65% risponde “bisognerebbe insegnare ad usarli proficuamente”.
È importante che tutti gli attori in campo agiscano in sinergia per una società più digitale ma anche più sostenibile. Infatti, alla domanda “secondo te, di chi è la responsabilità nella scarsa adozione delle tecnologie per la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità economica e sociale?” Il 57% degli italiani risponde che la responsabilità è delle istituzioni, per il 25% è dei cittadini, per il 18% delle aziende. In particolare, un giovane italiano su quattro (25%) ritiene che sia dei cittadini la responsabilità della scarsa adozione delle tecnologie per la salvaguardia dell'ambiente e la sostenibilità economica e sociale. Tale dato cresce di almeno nove punti percentuali in ognuno degli altri Paesi considerati, fino ad arrivare al 48% registrato in Francia. In tal senso, il Paese può sicuramente dare un forte contributo: per i giovani di oggi i Paesi devono puntare sì alla crescita economica ma con un consumo equilibrato delle risorse naturali (42% degli italiani).
[1] Il DiSI Young suddivide i soggetti analizzati in 4 cluster:
- sostenibili digitali (caratterizzati da comportamenti orientati alla sostenibilità consolidati dall’uso di strumenti digitali);
- sostenibili analogici (comportamenti sostenibili ma scarso uso di strumenti digitali);
- insostenibili digitali (non orientati alla sostenibilità ma significativo uso di strumenti digitali);
- insostenibili analogici (non orientati alla sostenibilità e non orientati al digitale).