La parola è passata poi ai rappresentanti del mondo accademico e delle aziende che, attraverso il format “Il 2024 in 365 secondi” ideato da EY con Il Foglio, hanno raccontato le loro aspettative per il 2024.
Mauro Lusetti, Presidente Conad, ha acceso i riflettori sulla necessità di fare rete e stringere alleanze tra le imprese e le filiere, oltre alla necessità più ampia da parte degli operatori coinvolti di attuare politiche che incentivino lo sviluppo.
Paolo Barletta, CEO & Founder Arsenale Group, invece, ha sottolineato la necessità da parte del Paese di accelerare sugli interventi strutturali che garantiscano ancora più stabilità, sia sul lato delle riforme, sia da un punto di vista infrastrutturale.
Giuseppe Donvito, Partner di P101 e presidente Italian Tech Alliance, ha tenuto il punto sul grande tema dell’innovazione come driver fondamentale per la crescita e per aumentare l’attrattività dell’Italia.
Monica Iacono, CEO Engie Italia, ha esplorato l’altro grande tema della transizione energetica ed ecologica che diverrà sempre più centrale anche con la necessità di regole e policy chiare nelle sue attuazioni.
Roberto Golinelli, Professore Ordinario di Econometria, Dipartimento di Scienze Economiche, Università di Bologna, infine, ha parlato dell’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo per la crescita delle aziende e del Paese.
L’Italia nel mondo: il punto di vista delle Imprese
L’incontro è proseguito poi con un panel che ha dato la parola alle imprese, protagoniste indiscusse di ciò che verrà nel 2024.
Diego Bolzonello, Amministratore delegato SCARPA, “multinazionale tascabile” leader mondiale in attrezzature tecniche, si è concentrato la necessità di sostenere l’internazionalizzazione delle PMI (che formano il 90% del tessuto imprenditoriale italiano), driver nevralgico per lo sviluppo. In particolare, questa internazionalizzazione passerà dal rafforzamento delle catene di supply chain per permetterne uno sviluppo estero, oltre che nazionale, e dalla capacità delle imprese di aprirsi al mondo intercettando anche l’Intelligenza Artificiale. Per le aziende, infatti, diventerà sempre più centrale in quei mercati in cui si ricorre sempre meno alla vendita nel negozio fisico, a beneficio del virtual shop, dando la possibilità di intercettare sempre più consumatori interessati al prodotto con nuove tecniche e capacità di analisi.
Di innovazione ha parlato anche Silvia Candiani, VP Media e Telecomunicazioni Microsoft Corp., concentrandosi sulle opportunità, ma anche sugli ostacoli per crescere nell’anno che verrà. A tal proposito un punto di forza sarà senz’altro la creatività. In un mercato che sempre più andrà incontro a standardizzazione e automazione dei processi proprio grazie all’IA, tante aziende italiane d’eccellenza ma di piccole dimensioni dovranno rafforzare il processo creativo, che permetterà loro di caratterizzarsi e di assumere ancora più rilevanza. In questo scenario, però, fondamentale sarà anche la capacità del sistema Paese di dimostrare un’intenzionalità in politiche e investimenti che vadano proprio in una direzione innovativa e tecnologica, tanto nella PA quanto nel privato. Facilitazioni e incentivi saranno una leva indispensabile per consentire alle aziende di investire risorse e per permettere la nascita di nuove realtà e startup.
Fabrizio Testa, CEO Borsa Italiana, ha poi spiegato come l’Intelligenza artificiale abbia a che fare anche con il mercato borsistico, in particolare come elemento caratterizzante nella richiesta di trovare finanziamenti da parte degli operatori economici (aspetto sul quale ancora siamo in ritardo rispetto ai competitor internazionali). L’IA consentirà infatti sia di aumentare l’efficienza dei processi sia di accelerare progetti di analisi e testing per nuovi prodotti, ma sarà anche in grado di dare un forte contributo allo sviluppo di nuovi prodotti.
Questi aspetti, poi, si inseriscono in un contesto previsionale più ampio evidenziato dal numero uno di Borsa Italiana che non sarà negativo come alcune previsioni stimavano. Nel 2023 l’indice principale ha ottenuto un aumento di quasi il 30% e l’Italia è stata capace di posizionarsi al primo posto in Europa per numero di aziende, soprattutto medio-piccole, entrate in Borsa (+10% di ingressi con media europea del -8%).
Mariangela Marseglia, Vice President Country Manager Italy and Spain Amazon, infine, ha portato un punto di vista differente concentrandosi sulla necessità dell’Italia di esplodere il proprio potenziale in tema di digitalizzazione delle imprese (per il quale siamo ancora all’ottavo posto in Europa). In un’economia globale, infatti, la dimensione ridotta delle imprese italiane non è necessariamente un fattore di vantaggio ed è solo creando rete (anche con le grandi realtà e con il mondo accademico) che potremo crescere.
Sull’innovazione, poi, c’è un tema di grande rilevanza: a livello europeo la regolamentazione è forte, il che è positivo, ma al contempo c’è necessità di incentivi e contesti che favoriscano gli investimenti in tal senso. E per farlo servirà sfruttare la caratteristica fondante dell’Europa, ovvero il mercato libero così che riesca ad armonizzare le scelte tecnologiche dei Paesi, altresì semplificandone i processi di investimento.
L’anno che è passato, l’anno che verrà: le conclusioni
A chiudere la mattinata, tirando le fila dell’evento, è stato Massimo Antonelli, CEO di EY Italia.
Ad oggi l’Italia è un Paese che, al netto di molte narrazioni negative, è in salute e che nell’ultimo anno ha dimostrato responsabilità e pragmatismo. E a raccontarcelo ci sono diversi indicatori. Nonostante le difficoltà, l’Italia chiude il 2023 in positivo: PIL in crescita dello 0,7%; inflazione in calo al 5,6% (rispetto all’8% circa del 2022); circa 1.250 operazioni di M&A (per un volume compreso tra i 55 e i 60 miliardi di euro), a dimostrazione della vitalità del tessuto imprenditoriale.
Il 2024 rimarrà volatile e instabile e dovremo fare i conti con alcune situazioni oramai strutturali come l'ulteriore frammentazione dell'economia globale, con spinte protezionistiche che potranno creare una maggiore concorrenza tra Paesi, quanto meno per quanto attiene ai settori strategici.
Ma c’è anche una notevole fiducia: il 66% degli amministratori delegati italiani si aspetta una crescita dei ricavi e il 52% si attende una crescita della profittabilità nel 2024. Le aziende del Paese sono consapevoli della necessità di innovare e adattare le proprie strategie per rispondere alle sfide del futuro, su tutte quella portata dall’impiego delle nuove tecnologie: più del 70% degli intervistati ritiene infatti che l’impatto dell’IA non solo sarà molto rilevante e determinerà un ripensamento e un cambiamento delle strategie aziendali, ma diventerà un elemento cruciale nella stessa definizione dei modelli di business.
Per mantenere una linea positiva e crescere al ritmo che questo Paese merita non basta seguire le mode del momento: bisogna investire con coraggio e strategia sui motori delle competenze, tecnologia e sostenibilità.
A partire dalle aziende che oltre a essere un elemento di stabilità del sistema sono da sempre anticipatori del cambiamento e oggi sono chiamate a essere punto di riconnessione tra persone, tecnologia e pianeta.
(A questo link è possibile rivedere l'evento)