Risultati principali della ricerca
Il fatto che la pandemia avrà un impatto sull'attività delle aziende nel medio e lungo termine è un dato chiaro alla stragrande maggioranza dei CEO interpellati (87%). Per cercare di porre rimedio a tali effetti, l'83% dei CEO italiani (79% di quelli internazionali) ha già messo a terra piani operativi per modificare la supply chain. Mentre il 53% (55% dei CEO internazionali) sta rivedendo la strategia aziendale nel suo complesso per rispondere alle criticità del contesto, anche in considerazione delle mutata situazione geopolitica mondiale.
Nel delicato e mutevole scenario attuale la maggior parte degli amministratori delegati italiani (64%) indica gli investimenti in tecnologia come chiave per ottimizzare i costi, migliorare le relazioni con gli stakeholder e perseguire percorsi di sostenibilità. In tal senso, quasi la metà degli interpellati italiani (48%) sostiene che diventare un esempio nella sostenibilità rappresenterà sempre di più un vantaggio a livello di competitività dell'azienda.
Tra i principali fattori che possono influire negativamente sul proprio piano di investimento, la quasi totalità degli intervistati (90%), si dichiara preoccupata per l'aumento dei prezzi dei fattori di produzione e anche per questo si concentra sul sostegno e la valorizzazione del proprio core business, come sottolineato dal fatto che solo il 18% di loro dichiara che nei prossimi 5 anni allocherà capitale per investimenti in nuove opportunità di crescita.
Tra i dati più indicativi della ricerca, emerge che fusioni e acquisizioni (M&A) rimangono un'opzione strategica specie per rafforzare le strategie ESG e di sostenibilità, ma con un'attenzione particolare ai mercati nazionali o addirittura locali. Questo probabilmente anche per preservare l'azienda dalle crescenti tensioni internazionali. Nonostante i primi mesi del 2022 hanno visto un rallentamento sia di volumi che di operazioni di M&A rispetto allo stesso periodo del 2021, il 74% delle aziende sta portando avanti acquisizioni o fusioni nel proprio mercato interno o regionale/locale. A livello di CEO italiani, il 44% si aspetta che le proprie aziende perseguano acquisizioni nei prossimi 12 mesi, un dato in netto aumento rispetto al 35% dell'inizio 2021. Al primo posto tra le motivazioni per effettuare acquisizioni e fusioni c'è la possibilità di accelerare la strategia di sostenibilità, che viene indicata dal 36% del campione.
Alla domanda di identificare le principali tendenze nel mercato delle fusioni e acquisizioni nel 2022, i CEO hanno affermato che si aspettano un aumento delle acquisizioni cross-industry (63%) e un ruolo decisivo del private equity (62%).
Rischi e opportunità
Se per il 34% degli imprenditori italiani la pandemia ha fondamentalmente rimodellato in negativo il settore di riferimento, c'è un 19% che invece afferma che la crisi è stata uno spunto per migliorarsi. Il 17% indica anche che la crisi legata al Covid ha accelerato tendenze già in atto nel proprio settore produttivo. Analizzando i dati della ricerca emerge, quindi, che per le aziende nell'immediato futuro vi siano importanti margini di crescita, ma per riuscire in questa crescita bisogna mettere in campo le azioni giuste. Prima di tutto risulta centrale comprendere le nuove dinamiche di mercato. Per posizionarsi con successo nel futuro potrebbe occorrere ridisegnare il proprio ecosistema aziendale in chiave tecnologica e rinconfigurare la supply chain per ridurre i costi e minimizzare i rischi, un'indicazione emersa nel 36% dei CEO italiani.
Strategie di crescita e sostenibilità
In ottica di piani di sviluppo aziendale, uno degli elementi centrali su cui puntare è investire sulla creazione di valore a lungo termine, una strategia che parte da una maggiore responsabilità aziendale anche dal punto di vista sociale e ambientale. Principale attenzione e risorse oggi sembrano essere dirette verso il business già in atto (indicato dal 25% dei CEO italiani) per accelerare la crescita e la creazione di valore. Per il 24% (20% dei CEO internazionali) invece per creare valore a lungo termine è prioritario investire nella transizione digitale, per il 17% (13% delle aziende straniere) nella sostenibilità.
Tra i principali driver della propria strategia di sostenibilità, il 24% degli imprenditori italiani indicano il fatto che diventare leader nella sostenibilità porti un vantaggio in termini di competitività e credibilità aziendale.
In questo senso va ricordato che l'Italia avrà una grande opportunità di crescita sostenibile ovvero la disponibilità di circa 248 miliardi di euro del PNRR, all'interno del quale una delle sei missioni è proprio la "Rivoluzione verde e transizione ecologica", con l'obiettivo di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e garantire una transizione ambientale equa e inclusiva.